Giovanissimi Sperimentali: Intervista al coach Alberto Plumitallo

GIOVANISSIMI SPERIMENTALI

Cognome: Plumitallo
Nome: Alberto
Ruolo: Allenatore

Ciao Alberto volevo farti qualche domande

1. Prima di iniziare ad allenare giocavi a calcio?

Sono cresciuto calcisticamente nel Villaggio del Sole e sono rimasto li fino ai miei 18 anni dopo di che la scelta lavorativa fatta mi ha portato a spostarmi spesso fuori regione per lunghi periodi, anche anni. Sono stato nel Lazio, in Liguria, nelle Marche, e in Emilia.
Tutto ciò da un lato non mi ha permesso di avere una “carriera” calcistica fluida, dall’altro mi ha fatto conoscere ed imparare il modo di vedere ed interpretare il calcio al di fuori del veneto.

2. Dove hai giocato prima di fare l’allenatore e in che ruolo?

Ho fatto il giocatore di fascia e per molto tempo il centrocampista centrale

3. Come mai hai deciso di fare il mister?

Ho giocato fino a 38 anni concludendo nel campionato amatori, negli ultimi 2 anni di gioco ho cominciato a fare da secondo ad amici che facevano gli allenatori di settore giovanile e mi sono appassionato.

4. Cosa ti ricordi del tuo debutto in panchina?

Il mio debutto in panchina me lo ricordo bene, ero giovane e inesperto, più che un tecnico, sembravo un tifoso in panchina, ma quello che ho capito fin da subito è che la cosa primaria era creare empatia con i ragazzi che allenavo. Spero di esserci riuscito.

5. Quale è la gara che ricordi con più piacere della tua carriera da mister?

Ricordo con piacere, quando con la squadra di allievi che allenavo a Trissino riuscimmo a battere per la prima volta il Valdagno, che ai tempi era una corazzata in ogni categoria, e contro cui fino ad allora avevamo sempre perso.

6. Quali caratteristiche deve possedere un buon allenatore?

A mio avviso un buon allenatore deve essere innanzitutto una risorsa per i giovani, dentro e fuori dal campo. Io ho sempre allenato ragazzi tra i 13 ed i 17 anni quindi in pieno sviluppo adolescenziale. Hanno bisogno di qualcuno che li sappia ascoltare e comprendere le loro difficoltà, con qualcuno ci sono riuscito di più con qualcuno non ci sono riuscito affatto e questo è sicuramente un mio rammarico ed è ciò che devo migliorare.

7. Ti trovi bene a Montecchio e come vedi la tua squadra?

La società Montecchio Maggiore è una certezza nel panorama calcistico vicentino da ormai oltre un trentennio, sono arrivato 3 anni fa e sono stato accolto in una grande famiglia. Ci sono tutti i presupposti per fare calcio di un certo livello, grazie alla società che ci mette nelle condizioni migliori e allo Staff Tecnico con Mister molto esperti e competenti con i quali mi trovo benissimo.

8. Qual è il tuo sogno come allenatore?

Vorrei essere in grado di lasciare qualcosa di buono a tutti i ragazzi che alleno dal punto di vista tecnico ma soprattutto dal punto di vista umano.

9. Come ti trovi con i tuoi dirigenti?

Molto bene, sono eccezionali ed impeccabili non fanno mancare mai nulla a me e ai ragazzi; non potrei mai farne a meno.

10. Proseguono gli allenamenti da casa della tua squadra?

Più che allenamenti mi diverto a mandare loro delle sfide tecniche che loro accettano di buon grado e poi mi documentano con i loro video.

11. Come stai vivendo questa Pandemia?

Con serenità, sono cosciente che è un momento complicato e che per venirne fuori serve l’aiuto di tutti, e se dare il nostro contributo consiste nello stare a casa non capisco di cosa ci si possa lamentare. Ci vuole un po’ di pazienza.

12. Cosa vorresti dire a tutte le persone in questo momento?

Di godersi il tempo che si passa con i propri affetti, che quando presto si tornerà alla routine quotidiana capiremmo quanto è stato importante questo periodo per rafforzare l’unione famigliare.

Grazie Coach