Prima squadra
Cognome: Guccione
Nome: Giovanni
Altezza: 178 cm
Peso: 72 kg
Ruolo: Attaccante
Ciao Giovanni volevo farti qualche domande
1. Chi è stato il tuo primo idolo da bambino?
Non ne ho mai avuto uno in particolare, avevo due/tre giocatori però a cui mi sono ispirato per il modo di giocare, Inzaghi prima di tutto e suarez sono due giocatori che per me sono stati da ispirazione.
E poi soprattutto quando ero piccolo cercavo di apprendere il più possibile dagli attaccanti che giocavano con me più grandi e osservavo ogni loro movimento.
2. Prima di iniziare a giocare a calcio, quando eri ragazzo, hai praticato altri sport?
Più o meno tutto ciò che ha a che fare con una palla l’ho praticato e tutt’ora lo pratico. Ho scelto il calcio perché era quello che mi divertiva e tutt’ora mi diverte di più. Ma se fosse per me farei tutti gli sport possibili.
3. In quale ruolo hai giocato quando hai iniziato a tirare calci al pallone?
Ho iniziato da centrocampista centrale, non so come, ma ho iniziato da lì.
Poi piano piano hanno visto che riuscivo a fare qualche gol e mi hanno avanzato punta.
4. Che cosa ti ricordi del tuo debutto nel calcio dilettantistico?
Ricordo per me indelebile, avevo 16 anni a Casaleone (eccellenza veneta) , l’attaccante titolare fortissimo Randazzo si fa male e il mister mi chiama, avrò giocato 3/4 minuti forse. Finita la partita mi si è avvicinato proprio Randazzo e mi ha detto “se volevi fare l’esordio bastava dirmelo eh, senza gufare che mi facessi male” Ricordo che in doccia avevo ancora le gambe che mi tremavano dall’emozione.
5. Quale è la gara che ricordi di più piacere della tua carriera e perché?
Ti dico due partite: Adriese – San Martino, la partita che praticamente ha sancito la vittoria del campionato con l’Adriese. Al 89’ Perdevamo 0-1 in 10 uomini, ho fatto il gol del 1-1 al 91’ e il 2-1 al 93’.
E l’altra partita è la finale di Coppa Italia con il Caldiero contro il Mestre l’anno scorso a bassano. Perdevamo 1-0 ai supplementari, al 118’ del secondo tempo supplementare ho fatto l’1-1 e siamo andati ai rigori e vinto la
Coppa. Nonostante di Caldiero ricordo volentieri solo i miei compagni di squadra con cui ancora adesso sono legato, quella partita me la porterò dentro sempre.
6. Quale è invece il miglior compagno di squadra con cui hai mai giocato?
Di migliori compagni ne avrei parecchi da dire perché ho avuto la fortuna di giocare con giocatori Fortissimi e persone stupende. In primis Enrico Cestaro che ho conosciuto quando ero giovane e mi ha fatto crescere molto. Colman castro difensore fortissimo, Mattia Perelli centrocampista straordinario e Giacomo Marangon con cui ho condiviso un campionato vinto a Adria.
Ma una menzione particolare la devo fare anche per Lorenzo Zerbato, Mattia falchetto , Luca Viviani.
E per fortuna anche quest’anno ho giocatori molto molto forti tra cui Cecco, Casarotto e non dimentichiamoci di Dimas.
7. Secondo te quale è l’aspetto migliore di essere un calciatore?
Senza dubbio poter vivere uno spogliatoio, conoscere sempre persone che alcune volte diventano amici. Condividere rabbia, fatiche e gioie, questo é la cosa più bella. Soprattutto in momenti come questi in cui siamo fermi che capisci veramente la bellezza di certe cose.
8. Come stai vivendo questa Pandemia?
La sto vivendo un po’ come tutti noi, in casa cercando di rispettare ciò che dall’alto viene detto. In questo momento il calcio è l’ultimo dei pensieri. Speriamo che si risolva tutto nel migliore dei modi il prima possibile per poter ritornare a fare le cose che ognuno di noi faceva con passione tra cui il calcio.
9. Come sta proseguendo l’allenamento da casa?
L’allenamento da casa procede bene, per fortuna è una cosa che facevo abitualmente avendo una mini palestra in casa. Ultimamente mi trovo con i miei fratelli e alcuni amici in videochat e ci alleniamo tutti insieme, per passare un po’ di tempo divertendoci e tenendoci in forma
10. Cosa vorresti dire a tutte le persone in questo momento?
Mi sento di dire di non sottovalutare la situazione, purtroppo siamo dentro a qualcosa più grande di ciò che molti di noi pensiamo. Dobbiamo avere pazienza e fare di tutto nel nostro piccolo per limitare al minimo gli spostamenti, e di vivere questa quarantena non come una limitazione ma bensì come un modo per goderci la famiglia, i figli, la ragazza…il tempo è un valore che si era un po’ perso magari questo servirà a farci riflettere su molte cose.
Grazie Giovanni